«Nato a Livorno nel 1971 sono prima di tutto babbo, quattro volte. Tatuatore, pittore, viaggiatore e sognatore. Fin dalla tenera età disegno e scrivo poesie, tra un polpo pescato con fiocine improbabili e partite di baseball. Frequento il liceo classico Niccolini-Guerrazzi a Livorno, continuando a scrivere e disegnare. Spedito in collegio a Siena per tentare di raddrizzarmi inizio durante la permanenza in quel posto di coercizione a marchiare gli amici con aghi e chine. Arriva così l’illuminazione e decido di fare come mestiere questa antica arte di modificazione corporea e di praticare sport da combattimento. Nel 1992 apro il mio primo studio di tatuaggi a Livorno (Indian Tattoo) e viaggio per il mondo come guest in studi di tatuaggi famosi come il kaleidoscope a Sydney o il Gatto Matto a Campinas di San Paolo, a Taiwan e a Bahia, imparando così, attraverso lo scambio, nuove tecniche e nuove tradizioni. Tatuatore e biker (ho avuto il privilegio di indossare i colori di un noto MC per anni) frequento molto la strada, i moto-raduni, le conventions di tatuaggi. Tutt’oggi tatuo nel mio studio affiancando a questo lavoro quello del pittore. Considero il mio operare in campo artistico un procedere di studi e sperimentazioni, mi sento obbligato ad una ricerca continua e non voglio adagiarmi in situazioni comode ripetendo formule che funzionano o hanno funzionato. Non voglio stupire se non me stesso e considero irrinunciabile l’onestà intellettuale nel fare arte. Nessuna scorciatoia, faccio parlare il mio io più profondo, non saprei fare altrimenti. Il cavalletto è il mio analista, il mio miglior confidente e a lui affido le mie emozioni, che siano momenti gioiosi o di profondo dolore tutto passa dalla produzione, che sia carboncino o olio poco importa, racconterà sempre qualcosa di sincero e mio. Mi considero un granello di polvere, piccolo e quasi invisibile ma parte essenziale di un enorme tutto, cerco di essere molecola di armonia, particella che contribuisce al bello».
Enrico Ristori